La collaboration fa la forza!

Ed eccoci qua al termine di un anno scolastico ricco di novità per il nostro Istituto.

 

 

Tra queste, “Il Giovane Periferico”! Molti di voi, probabilmente, se lo sono trovato sotto gli occhi senza sapere realmente né dove, né quando, né da chi è stato creato. Altri avranno pensato che fosse l’ennesimo progetto scolastico proposto in sede di Consiglio d’Istituto da qualche professore, “uno di quelli che non ha niente di meglio da fare”. E invece no. Ve la racconterò io la storia de “Il Giovane Periferico” e vi assicurò che è molto meglio di quella che vi immaginate!

 

Tutto ha avuto inizio durante la “campagna elettorale” di settembre/ottobre, quando più di un candidato alla carica di rappresentante d’Istituto aveva promosso tra le proprie iniziative il progetto di un giornale studentesco. Per come la vedevo io, un giornalino poteva essere un buon metodo per combattere l’indifferenza che caratterizza gran parte degli studenti del Torricelli da qualche anno, ma, sinceramente, facevo fatica a credere che l’intenzione si concretizzasse.

Poi, però, al primo Comitato Studentesco – e ci tengo a sottolinearlo per tutti coloro che credono che chi partecipa al Comitato lo fa per perdere due ore di lezione – mi sono ricreduto: i rappresentati hanno iniziato a darsi da fare, parlando della loro idea e prendendo i nomi di chi fosse interessato a far parte della redazione. Quel giorno il nome l’ho dato anch’io e, a distanza di sette mesi, posso dire che ho fatto una gran cosa.

 

Secondo voi, dove si è svolta la prima riunione della redazione? Non ci arriverete mai…dal kebabbaro vicino a scuola. Ebbene sì, era verso la fine di ottobre ed eravamo in 6. Abbiamo mangiato un pezzo di pizza all’uscita di scuola e ci siamo fermati a parlare per più di 2 ore delle nostre idee e di quello che avremmo voluto vedere all’interno del giornalino. Da quell’incontro ne sono seguiti molti altri, tutti lì dal kebabbaro. Senza accorgercene, la redazione ha iniziato ad allargarsi e siamo diventati 12 persone. Abbiamo iniziato a parlarne a scuola con la Prof.ssa Mascheretti, che da lì a poco sarebbe diventata la docente referente, e le nostre idee hanno preso forma all’interno dello Statuto.

 

Poi c’è stata la scelta del nome, una delle cose più difficili da stabilire. Quante volte vi siete trovati a scrivere un saggio e alla fine pensare «Devo dargli un nome, cosa mi invento?». Ecco, questo è ciò che è successo a noi più o meno. Così, dopo diversi suggerimenti, Francesco ha proposto “Il Giovane Periferico”. È piaciuto a tutti. Anche chi, all’inizio, sembrava scettico, con il tempo ha capito che questa testata era la più adatta. Le riunioni intanto si sono spostate all’interno della sala conferenze della Biblioteca F. Basaglia. Qui altre idee, le votazioni per l’assegnazione delle cariche all’interno della redazione, il primo menabò e la stampa della prima copia di prova. Dai «possiamo fare questo» e «dovremmo inserire quest’altro», ha preso vita, nel giro di un mese, il numero 0 de “Il Giovane Periferico”.

 

Non potete capire la soddisfazione nel distribuirlo nelle classi per la prima volta.

 

Da quel giorno di dicembre ad oggi sono usciti 6 numeri. Da quelle 6 persone riunite attorno al tavolino del kebabbaro, oggi siamo in 21 e ci riuniamo nella Sala Consiglio del Municipio XIV. Ognuno con il proprio ruolo, ognuno con la propria passione che sfocia nello stesso prodotto finale: “Il Giovane Periferico”. Siamo cresciuti tutti insieme in questo progetto e abbiamo apprezzato le critiche perché ci hanno dato la possibilità di migliorare sempre di più.

 

Il filo conduttore di questa storia lo definirei con un termine che si sente spesso al giorno d’oggi: collaboration. È diventata, infatti, una delle skills più richieste nel mondo del lavoro. Ma, al di là di questo, sta assumendo rapidamente quelle che sono le caratteristiche di un vero e proprio valore. Collaboration significa, infatti, spirito cooperativo, rispetto reciproco, fiducia, condivisione, appartenenza e bilanciamento della realizzazione individuale con gli obiettivi del gruppo. È uno dei principi che funzionerà da motore della società verso un futuro migliore. La domanda che bisogna porsi è: siamo realmente disposti a far tutto questo? Non è semplice, lo so. Del resto, è sempre così, la via giusta non è mai la più facile da percorrere.

 

Il tempo degli individualisti e indipendentisti è terminato. Per evolversi e risolvere i problemi che la quotidianità ci presenta, l’umanità ha bisogno di unità e collaborazione. Ma questi ideali non possono coesistere con l’ignoranza e l’egocentrismo.

 

Credo che “Il Giovane Periferico”, nel suo piccolo, contribuisca proprio a sviluppare tutto questo. Ogni decisione all’interno della redazione viene presa ascoltando tutti. Quando ci si trova davanti a una difficoltà, la si affronta tutti insieme. Ogni risultato raggiunto è merito del lavoro di tutti. La collaboration fa la forza!

 

Con la speranza che questa piccola riflessione muova qualcosa in voi, auguro a tutti buone vacanze.    

                 

Ci vediamo l’anno prossimo!

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