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Michelangelo Infinito

Il giorno 14 dicembre, tutte le classi del triennio si sono recate al cinema Andromeda per vedere tre film su alcuni artisti studiati. Le classi, divise per anno, hanno visto i seguenti “docufilm”: Michelangelo Infinito (terzi), Bernini (quarti) e Monet (quinti).

In particolare recensirò il film riguardante la storia del noto Michelangelo Buonarroti.

La storia è, in parte, raccontata dall’artista stesso raffigurato in una specie di altra dimensione, con un grande blocco di marmo davanti a sé, i suoi oggetti da lavoro e una pozza, nella quale durante il corso del film si specchierà il blocco di marmo, prendendo la forma di alcune sue opere; queste scene caratterizzate da brevi monologhi si alternano alla narrazione di Giorgio Vasari, il quale sfoglia inizialmente il suo libro “La vita de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori” e ne racconta soprattutto l’infanzia.

Emerge in Michelangelo, sin da ragazzo, una grande ambizione, la voglia di stupire chiunque credesse in lui e, ancor di più, chiunque dubitasse della sua arte; viene sottolineata la fiducia reciproca fra lui e Lorenzo De Medici. Inizialmente, si cimenta nella scultura con bassorilievi, statue a tutto tondo; egli stesso racconta di estrarre solamente dalla pietra grezza l’opera già compiuta. Alcuni esempi di opere mostrate nel film sono La Madonna della Scala, Battaglia dei Centauri, Bacco, Pietà Vaticana, David. Di quest’ultimo l’analisi accurata mostra come Michelangelo, studiando l’anatomia umana, sia riuscito a rappresentare in ogni dettaglio il possente corpo dell’eroe. Presto, l’artista si occupa anche di dipinti, con l’intento di portare nella pittura ciò che gli aveva insegnato e trasmesso la scultura, stupendo tutti con la precisione e, ancora una volta, con la perfezione dei corpi. Il maggiore esempio di questo è Il Giudizio Universale che venne realizzato in 6 anni (1535-1541) e nel quale si possono notare un uso spiccato della prospettiva, la grande espressività dei volti e i corpi nudi perfettamente armonici e ideali.

Michelangelo dedicherà l’intera vita alla sua arte, cercando di raggiungere ed eguagliare il divino, di dare vita alla pietra e ai colori senza preoccuparsi di vivere pienamente la sua; la crisi economica del padre, vissuta da adolescente, lo porterà ad accumulare soldi con la paura di spenderli. Il film si conclude con un monologo di Michelangelo, arrabbiato e deluso di sé, che si maledice e tenta invano, un’ultima volta, di scalfire il grande blocco di marmo davanti a sé. Giorgio Vasari racconterà il suo giudizio sull’artista; la scena termina con la chiusura del libro.

Il film è consigliato a chiunque abbia voglia di entrare nella vita travagliata e irrequieta di Michelangelo Buonarroti, scoprendo di lui più di quanto esprimano le sue opere.

Scritto da Elenca Coppolella 3A

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