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Il tatuaggio e le sue origini

Nel nostro secolo ci sono molte idee contraddittorie per quanto riguarda la tecnica del tatuaggio, ma sappiamo realmente cosa riguarda questa ,ormai, vera e propria arte?

Un tatuaggio, infatti, può significare davvero tanto, può avere un valore  puramente estetico o può tenere impresso il  ricordo di un momento importante della nostra vita, o può esprimere anche la volontà di sentirsi diversi dalla così detta “massa”. Infatti,  sia un tatuaggio di piccole dimensioni, sia un grande tatuaggio Maori,  rimane sempre un elemento distintivo del nostro corpo e della nostra personalità.

La parola tatuaggio deriva dal tahitiano “tatu” che significa “ segnare qualcosa” o anche dal termine onomatopeico “tau-tau” che deriva dal  rumore  del martelletto  sull’ago. Si sostiene, inoltre, che il tatuaggio esista da 12 mila anni prima della nascita di Cristo, infatti la testimonianza più antica giunge dal confine italo-austriaco dove, nel 1991, venne rivenuto il corpo congelato di un uomo, Otzi, che si ritiene sia vissuto circa 5300 anni fa. Otzi presentava in varie parti del corpo  dei veri e propri tatuaggi ottenuti sfregando carbone polverizzato su incisioni verticali della cute. I raggi X rilevarono degenerazioni ossee in corrispondenza di questi tagli, si pensa quindi, che praticassero a scopo terapeutico questo tipo di tatuaggio.

Nel corso della storia, questa tecnica ha avuto altri scopi.

Per esempio, i Celti, che adoravano divinità zoomorfe, in segno di devozione ne tracciavano i simboli sulla pelle. Nella tradizione Britannica rappresentava un segno d’onore avere un tatuaggio, al contrario dei Romani che li usavano per marchiare i criminali. Questa pratica di marchiare i criminali era usata anche in Giappone, dove al primo reato veniva tatuata una linea sulla fronte, al secondo reato veniva aggiunto un arco e al terzo un’altra linea. Insieme, questi marchi formano il carattere giapponese che sta per la parola “cane”.

Nei primi del ‘700, i marinai ebbero  contatti con gli indigeni delle isole del Pacifico per i quali il tatuaggio aveva una grande importanza culturale.

Una delle popolazioni in assoluto più interessante è quella dei  guerrieri Maori divenuti famosi grazie al moko, che è il tradizionale tatuaggio con cui si dipingono il volto. Il moko viene utilizzato da questi guerrieri per raccontare la propria storia, infatti ogni segno indica un diverso avvenimento della propria vita. Mentre gli uomini hanno questi stravaganti tatuaggi, le donne di solito riportano il tradizionale segno sul mento ad indicare che sono legate ad un guerriero .

Purtroppo, non abbiamo abbastanza fonti storiche sui tatuaggi per delineare una vera e propria linea del tempo, ma possiamo comunque sapere che questa tecnica ha dovuto superare molti ostacoli prima di essere ritenuta “quasi normale” e, nonostante sia passato parecchio tempo, non è stata accettata davvero da tutti.

I motivi sono vari e tra questi quello più diffuso è la paura che le norme igieniche fondamentali non siano rispettate con un alto rischio di infezione e di contagio tramite l’ago.

 In effetti, l’igiene all’interno del negozio è una delle cose a cui si deve fare più attenzione se si vuole fare un tatuaggio.

Fortunatamente esistono delle norme igieniche che questi artisti devono rispettare… Ad esempio devono utilizzare speciali macchine di sterilizzazione e guanti, inchiostri e aghi monouso e tutto deve avvenire in ambienti puliti. 

La tecnica usata nella maggior parte del mondo è quella inventata in America da Samuel O’Reilly che ha brevettato nel 1891 la macchinetta elettrica ad aghi che è diversa da quelle del passato (usate ancora oggi in Asia, Africa ed Oceania) perché dà sensazione di calore, ma non dolorosa. Mentre qui, nel mondo occidentale, il dolore viene rifiutato, in alcune parti del mondo è fondamentale poiché alcune popolazioni credono che avvicini la persona ad una morte simbolica.

Secondo l’etica degli artisti, questi devono informare i clienti dei rischi e degli oneri che comportano le sedute. Un artista serio ed esperto si dovrebbe informare sulle motivazioni che spingono la persona a tatuarsi, per evitare che quest’ultima, spinta da desideri e/o motivazioni passeggere, possa poi pentirsi della sua scelta…

 In questo testo abbiamo scoperto le origini e delle piccole curiosità sui tatuaggi. Non mi resta che chiedervi cosa ne pensate; ve lo fareste un tatuaggio o preferireste evitare?

Scritto da Agnese Maggitelli 1 E

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