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Blockchain: la quarta rivoluzione industriale

In quanto esseri umani cerchiamo modi per ridurre le incertezze nei confronti degli altri al fine di creare fiducia e interagire. Quando l’umanità viveva di caccia e agricoltura, queste interazioni riguardavano perlopiù il baratto. Non esistevano, al tempo, norme che regolassero il commercio e vigeva una sola legge, quella del più forte. Col passare del tempo le interazioni sono divenute complesse e il bisogno di regole più restrittive si è trasformato in necessità. Sono così nate le banche, con la funzione di aiutare gli esseri umani a gestire il proprio denaro in società sempre più incerte. Queste sono garanti della fiducia nelle interazioni economiche umane. Col potenziale di ridurre l’incertezza a livelli mai visti prima, qualcosa sta per dare origine ad una radicale evoluzione nel modo in cui ci rapportiamo e commerciamo. Si tratta di una tecnologia: il suo nome è blockchain.

Che cos’è blockchain?

Blockchain è una tecnologia che elimina la necessità di intermediari nello spostamento di dati, distribuendoli su migliaia di computer all’interno di una rete. Nata nel 1991 per evitare la falsificazione di documenti, è stata resa celebre da Satoshi Nakamoto che l’ha posta alla base della criptomoneta Bitcoin con l’intento di dare vita ad un sistema economico trasparente, sicuro ed esente da qualsiasi forma di controllo. 

Dove la si può utilizzare?

La blockchain potrebbe essere utilizzata con successo in diversi settori. La sua sicurezza nella comunicazione dei dati ridurrebbe notevolmente le probabilità di furto dati nelle grandi aziende. Integrarla nel sistema elettorale rassicurerebbe gli elettori in merito alle operazioni di voto. Nell’ambito della musica, migliorerebbe il sistema di retribuzione degli artisti senza ricorrere ad intermediari. Nel settore sanitario, permetterebbe la condivisione di dati sui pazienti a fini di ricerca senza minarne la privacy. In ambito energetico, abiliterebbe i singoli cittadini a generare, comprare e vendere energia elettrica in modo autonomo. Blockchain, in ultimo, prospererebbe in ogni campo in cui la trasparenza è imprescindibile.

Come funziona una blockchain?

Blockchain è una catena di blocchi che contengono al proprio interno informazioni di tipo diverso a seconda dell’uso a cui la si vuole destinare. Ogni blocco è unico nel suo genere grazie a un particolare codice chiamato hash, simile per caratteristiche alle impronte digitali. Variando i dati di un blocco, cambierà anche il suo hash. Ciascun blocco contiene, inoltre, una copia dell’hash di quello precedente. È proprio questa caratteristica che trasforma una semplice serie di scatole di informazioni in una catena.

Perché è così sicura?

Per comprendere meglio il meccanismo di sicurezza della nostra catena di blocchi ipotizziamo che qualcuno manometta il secondo blocco della serie nella figura qui sotto. Dopo la forzatura, questo cambierà il proprio codice identificativo e il blocco che lo segue non riuscirà più a riconoscerlo. Utilizzare i codici hash, però, non è abbastanza per evitare il furto di informazioni, questo perché i computer moderni possono calcolare centinaia di migliaia di hash al secondo. Potremmo manomettere un blocco e allo stesso tempo ricalcolare tutti i codici degli altri blocchi in una manciata di secondi per far sì che la catena sia valida di nuovo. 

Per porre rimedio a questa problematica, le blockchain presentano il cosiddetto proof-of-work, una verifica lenta che deve essere compiuta prima della creazione di ogni nuovo blocco. Con questa accortezza rubare dati e ricalcolare tutti gli hash risulta notevolmente più difficoltoso. A completare il sistema di sicurezza della tecnologia blockchain c’è il suo meccanismo di distribuzione: invece di utilizzare una sede centrale per gestire tutta la catena, le blockchain usano una rete a cui chiunque è autorizzato a partecipare, detta peer-to-peer. Ogni volta che qualcuno si unisce a questa rete, ottiene una copia completa e aggiornata di tutta la catena. Ciascun nuovo blocco creato viene inviato a tutti i partecipanti alla rete che si occupano di controllare che non ci siano problematiche che lo riguardano. Se nessun errore viene riscontrato, il blocco viene aggiunto ai registri di tutti i partecipanti. In questo modo, tutti i membri della rete sono d’accordo su cosa sia valido o meno. Ogni blocco manomesso viene respinto da tutti gli altri. Grazie a questo procedimento, per danneggiare l’intera catena sarebbe necessario forzare tutti i blocchi che ne fanno parte, rifare la verifica per ciascuno e assumere il controllo di più della metà dei blocchi della rete. Questo rende virtualmente impossibile violare una blockchain.

Scritto da Cristian Tentella 5A

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