· 

Colonizzazione Universale

Tecniche e rimedi contro il virus della fine

“Noi esseri umani siamo in una posizione unica per contribuire a diffondere la vita, partendo da questo piccolo pianeta, dove sembra che sia originata. Credo che questo possa essere il dono della Terra all’Universo, il dono della vita.” così si esprime il planetologo della NASA, Christopher McKay, riguardo l’opportunità di terraformare il pianeta rosso.

 

Con il concetto di terraformazione,  come intuibile, si intende conferire ad un ambiente, le caratteristiche ospitali del nostro pianeta. tra i pianeti più accessibili, è più simili alla Terra, e il più domabile è Marte date le sue caratteristiche poco insidiose e più affini al nostro pianeta. Un giorno su Marte dura poco più di 24 ore, permette l’esistenza della vegetazione e possiede tutti gli elementi necessari per i materiali da costruzione, oltre alla presenza di oceani di acqua congelata nel sottosuolo. Nel caso di Marte, non sarebbe neppure opportuno parlare di terraformazione vera e propria, dal momento che in passato era molto più ospitale, con temperature più miti, atmosfera sufficientemente spessa e acqua liquida in superficie. Pertanto questo processo mirerebbe a restituirgli la vitalità che possedeva. Come? Il primo passo da compiere, per noi umani, data la nostra esperienza sulla Terra, non sarà certo un problema: bisognerebbe produrre un effetto serra artificiale al fine di ripristinare temperature accettabili, tramite realizzazione di stabilimenti automatizzati per la produzione di super gas a effetto serra a base di fluoro, che intrappolerebbero almeno il 10% dei fotoni emanati dal sole. In poche decine di anni, la temperatura salirebbe di almeno 10°; ciò provocherebbe la fuoriuscita di anidride carbonica che accelererebbe e automatizzerebbe questo processo, oltre ad andare ad inspessire l’atmosfera marziana. In questo modo il pianeta rimarrebbe in maniera naturale.

 

I ghiacci intrappolati nel sottosuolo Marziano, sciogliendosi, restituirebbero al pianeta acqua liquida in superficie che un tempo gli apparteneva, ricreando corsi d’acqua, laghi, mari ed oceani come quelli terrestri, ma soprattutto nuvole e pioggia, divenendo così un ambiente fecondo alla vita, ma per rendere possibile la vita umana, manca ancora qualcosa… A questo punto Marte sarebbe un mondo con acqua liquida in superficie, temperature stabili, ed atmosfera totalmente invasa da anidride carbonica: un ambiente da sogno per le piante. Il pianeta inizierebbe così da essere invaso dalla crescita e dall’estensione della vegetazione su tutto il suo suolo. Queste grazie alla fotosintesi, fornirebbero Marte dell’ossigeno mancante a noi umani per vivere, grazie alla fotosintesi; a questo punto sarebbe abitabile per tutte le forme di vita come le conosciamo, sia semplici che complesse. Mentre però per il ripristino delle temperature, basterebbero centinaia di anni, per l’ossigenazione dell’atmosfera, siamo nell’ordine di centinaia di migliaia di anni. Non è detto però che, andando avanti, non si trovino metodi e vie più veloci ed efficaci. “Stiamo tentando di risolvere con una mente del XX secolo, un problema del XXII secolo” (Zubrin).

 

Scientificamente abbiamo stabilito che la terraformazione del pianeta rosso è possibile, anche se alcuni scienziati e ricercatori non concordano, e il dibattito in questione parte dalla domanda: perché? Le motivazioni sono molto semplici: una è che tutto ciò si sta mostra un’occasione irripetibile di studiare la vita fin dai primi passi dell’evoluzione. Un altro motivo è legato alla sopravvivenza e alla conservazione della specie umana: tutti noi sappiamo che tra quasi tre miliardi di anni, la stella che ci ha dato la vita, sarà in condizione di togliercela. Infatti il sole, tra 2.8 miliardi di anni, avvicinandosi al termine della sua esistenza per come lo conosciamo, inizierà ad entrare nella sua fase di gigante rossa. Espandendosi sempre di più, causerà un drastico aumento delle temperature sulla Terra. Marte, trovandosi più distante, resisterà più a lungo, e costituirà un primo rifugio per gli esseri umani, che in seguito, grazie alle tecniche apprese terraformando Marte, potranno spostarsi ulteriormente, quando questo verrà raggiunto dall’abbraccio mortale della nostra stella.

Alex Maimone 5A

Scrivi commento

Commenti: 0