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Roma sotto la neve mentre il Polo Nord si riscalda

Qualche settimana fa, come ognuno di noi ha potuto notare, Roma è stata coperta da uno strato di innevato creando uno scalpore che non si generava da anni. Per quanto sia spettacolare come evento, però, non è per nulla positivo, dato che è solo l’ennesimo esempio di cambiamento climatico che molta gente si rifiuta ancora di accettare. E anche in questo caso, come ogni innalzamento di temperatura documentato, i poli subiscono le conseguenze maggiori.

Cosa c’entra Roma con il polo nord?

Ognuno di noi almeno una volta nella propria vita ha controllato il meteo, sia su internet che in televisione, trovandosi di fronte a paroloni come “correnti atmosferiche” o “vortici atmosferici” i quali si da il caso che siano i protagonisti del nostro fenomeno. Il vortice polare è un’aria di basa pressione che isola i venti temperati della zona sottostante da quelli gelidi del polo; un po’ come un frigorifero che mantiene i cibi freschi tenendo lontano l’aria più calda della casa. Questa barriera è sempre stata più o meno solida, ma adesso, con il contributo dell’ormai famosissimo surriscaldamento globale, si sta come “spezzando”, mescolando le correnti e facendo scendere il freddo e salire il caldo. Come se si rompesse il motore del nostro frigorifero.

Cosa causerà tutto questo?

Le risposte più ovvie sono quelle che abbiamo sentito o visto tutti ovvero neve e freddo in zone che di solito hanno un clima più mite, e lo scioglimento dei ghiacci. Da queste, però, ne derivano molte altre come la riduzione di superficie riflettente di raggi solari, riscaldamento delle acque e innalzamento dei mari, ma anche disagi nelle città e nell’agricoltura e l’estinzione di specie animali come orsi polari e foche. Esaminiamoli uno alla volta. Per quanto possa sembrare strano il colore e la composizione del ghiaccio permette alla luce di riflettere in maniera più facile disperdendo meno energia (e quindi calore), basti pensare alle famose costruzioni pitturate di bianco in Grecia o semplicemente quando d’estate, camminando su un pavimento bianco sotto il sole, abbiamo fastidio agli occhi; seguendo questo concetto, quindi, meno ghiacci=meno riflesso=più calore che a sua volta scioglierà i ghiacci stessi. In più a tutto questo, come è logico pensare, gli oceani saranno inondati da una quantità enorme di acqua dolce, causando interferenze nelle correnti marine che sono collegate a specie di pesci che dipendono da loro, e a cambiamenti climatici. Erroneamente a quanto si crede, se sparissero i ghiacci il livello del mare non aumenterebbe in maniera preoccupante dato che il fatto che questi immensi iceberg siano galleggianti e quindi immersi in acqua, alza il livello oceanico allo stesso modo. L’acqua che fa davvero la differenza è quella contenuta nei ghiacciai situati sulla terraferma come quelli in cima alle catene montuose o in Antartide, il quale è il 95% del ghiaccio della terra. Secondo le stime si crede che, in caso di uno scioglimento totale, il livello del mare salirebbe di 70 metri (Roma è a soli 21m). Città come Tokyo, New York, San Paolo, Mumbai e Shanghai finirebbero sott’acqua; bisogna considerare poi che un innalzamento dell’acqua di anche solo 2 metri porterebbe a danni dal valore di più di mille miliardi. 10m colpirebbero circa 630 milioni di persone, 25 1.4 miliardi e a 70 si arriverebbe a perdere nazioni intere. Con questo quindi entriamo nelle problematiche dei disagi sociali, dato che ci si può chiedere chi potrà pagare per la gente che ha perso la casa (o dove andrà a vivere, o cosa farà). In più con il cambio di temperature anche il cibo sarà un problema dato che ci saranno meno zone coltivabili, molte specie vegetali si estingueranno e quindi anche molte animali.

C’è una soluzione a tutto questo?

Certo che sì. Fin da piccoli ci viene detto come comportarci con l’ambiente: sono le nuove generazioni che devono salvare il mondo attraverso un cambio di mentalità radicale soprattutto nel modo di utilizzare l’energia, il cibo, l’acqua e i rifiuti evitando gli sprechi; dato che anche nel nostro piccolo si piò cambiare qualcosa.

Scritto da Lorenzo Perot 4F

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