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La magia della clonazione

Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta nella nostra vita della famosa pecora “Dolly”, il primo mammifero clonato dall’uomo. Questa ha avuto origine da una cellula somatica, ovvero una delle cellule che forma i tessuti e, nonostante il suo non totale successo dal punto di vista biologico, ha vissuto per ben 7 anni. Fu un enorme passo avanti per la scienza, soprattutto se si considera che è accaduto nel 1996.

Da questo esperimento, infatti, in molti laboratori del mondo si iniziarono a fare nuovi tentativi percreare animali in laboratorio; si è provato con 20 specie diverse, come mucche, conigli e cani; tra questi uno dei più riusciti è sicuramente quello tenutosi alla Chinese Academy of Sciences, dove un gruppo di ricercatori coordinati dal post-doc Zhen Liu hanno dato alla luce due gemelle di macaco: Zhong Zhong e Hua Hua. Queste due scimmie, che al momento hanno una otto e l’altra sei settimane, sono letteralmente i primi primati mai clonati 22 anni dopo la pecora Dolly, dato che ogni prova fatta in precedenza non ha mai portato a un vero e proprio animale in carne ed ossa, ma solo a cellule su delle piastre da laboratorio.

L’utilizzo di questa tecnica, chiamata trasferimento nucleare di cellula somatica, ha un potenziale enorme poiché, al contrario della fissione gemellare e quindi dell’intervento in fase embrionale, si potrebbero “produrne all’infinito” e ognuna di queste “copie” sarebbe geneticamente uguale all’altra. La cosa più interessante riguardo questa notizia è che sono dei primati, quindi questa stessa tecnica potrebbe essere utilizzata, in futuro, anche per la clonazione umana.

Detto ciò, cerchiamo di capire come funziona questo processo. Per prima cosa bisogna ricordare che in ogni cellula di un qualsiasi corpo si trova il nucleo, nel quale c’è una copia esatta del DNA,molecola contenente tutte le informazioni genetiche. Il procedimento è relativamente semplice, difatti si preleva il nucleo di una cellula animale e si inserisce all’interno di un ovulo di un altro. Fatto ciò quest’ovulo viene chimicamente spinto a svilupparsi come se avesse sempre avuto quel DNA. A questo punto gli scienziati lo impiantano all’interno di una surrogata e alla fine del processo viene partorito un animale geneticamente identico al donatore del nucleo.

Per quanto possa essere fenomenale e strabiliante, comunque, ci si può domandare a cosa possa mai servire clonare dei primati. A detta dei ricercatori coinvolti nella creazione di questo esperimento,l’avere più animali con lo stesso codice genetico, e quindi considerabili identici, sarebbe incredibilmente proficuo nel settore delle ricerche biomediche dato che ridurrebbero la variabilità dei risultati che, ad esempio, potrebbero dare dei farmaci o terapie sperimentali. Tutto ciò avrebbe riscontri positivi sia per l’uomo che per la popolazione delle scimmie, dato che gli scienziati ne avrebbero bisogno in numero inferiore e quel numero sarebbe comunque formato da cloni non catturati in natura; in più ridurrebbe i tempi di controllo di nuovi farmaci che potrebbero essere messi in commercio.

Dal punto di vista etico, la faccenda è tutta da rivedere. Molta gente, tra cui Kathleen Conlee, vice presidentessa delle questioni legate alla ricerca sugli animali presso la Humane Society degli Stati Uniti, commenta dicendo: "Ne emerge l'idea che gli animali siano sacrificabili, e a nostra disposizione. È appropriato avere un animale con il quale puoi fare ciò che vuoi. D’altra parte molti ricercatori biomedici insistono sul fatto che i modelli primati sono ancora necessari per studiare le patologie umane come Parkinson, HIV, AIDS e autismo. "Non penso riusciremo mai a fare ricerca biomedica senza usare primati non umani. Sarebbe eccezionale se ci si riuscisse, ma per ora i modelli in vitro e al computer non sono sufficienti", afferma Koen Van Rompay, virologo al California National Primate Research Center. A loro discolpa i ricercatori affermano di seguire le regolamentazioni di benessere animale stabilite dagli U.S. National Institutes of Health dato che la Cina non ha vere e proprie leggi sull’argomento. 

In conclusione, nel giro di pochi anni, si potrebbero avere tecniche per clonare un uomo. La differenza con le scimmie in questo caso, però, è che non servirebbe a molto. Ora come ora,verranno monitorati gli sviluppi dei due macachi dato che, comunque, è un esperimento ancora troppo giovane per trarne conclusioni vere e proprie. Staremo a vedere.

Scritto da Lorenzo Perot 4F

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