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I ragazzi del '99

Il dramma della stupidità e l'importanza della memoria

1918 – Michele è figlio di contadini della campagna di Roma. È nato nel 1899 e ha da poco compiuto diciotto anni. È contento di entrare nel mondo dei grandi e di essere finalmente utile per la sua famiglia. A novembre ha seminato il grano con ilpapà, sta imparando il mestiere. Non vede l’ora di diventare un contadino autonomo e farsi la sua strada. Ama la sua campagna, l’estate, lo splendore del sole e di quell’oro che le spighe gli regaleranno a giugno. Ma un giorno di quel novembre il postino porta una lettera, e Michele deve partire per il fronte. Michele piange quando saluta la famiglia il giorno della partenza. Michele non sa che non rivedrà più la sua mamma, la sua campagna e quel sole caldo dell’estate. Gli adulti giocano alla guerra e a marzo Michele, tra il fango e le trincee, muore crivellato dalla raffica di una mitraglia. È il dovere, gli dicono. Michele e altre decine di migliaia di ragazzi del ’99 sono stati sterminati quell’anno in modo così inumano, crudele, insensato. La catastrofe della stupidità degli uomini

2018 – Michele è figlio di impiegati della periferia di Roma. È nato nel 1999 e ha da poco compiuto diciotto anni. È contento di entrare nel mondo dei grandi e di essere finalmente utile per la sua famiglia. A novembre, in quinto liceo, ha studiato insieme ai compagni di classe la guerra mondiale. Non vede l’ora di entrare all’università e farsi la sua strada. Un giorno di novembre il postino porta la tessera elettorale e a marzo anche Michele vota.

“Corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro paese e dell’Europa”, dal discorso di fine anno di Sergio Mattarella.

Noi, nati esattamente cento anni dopo i ragazzi del 1899, rispetto a loro abbiamo la fortuna di non aver mai conosciuto l’orrore della guerra e della distruzione. Abbiamo la possibilità di entrare in modo attivo nella vita della nostra società per evitare che siano ripetuti gli stessi insensati sbagli. La nostra data di nascita ci ricorda il dramma della stupidità e l’importanza della memoria.

Scritto da Francesco D'Amico 5A

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