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Ad-prendere

Il nostro apprendere non vuole stare in panchina

<<L’esperienza dell’apprendere rappresenta il fondamento dell’esperienza scolastica, ma essa perde di significato se non c’è integrazione tra le conoscenze in grado di indirizzare i comportamenti. Saperi e conoscenze diventano efficaci e persistenti solo se vengono proposti in modo che chi apprende ne sia coinvolto, ne colga l’importanza per costruire il proprio progetto esistenziale. >> (Gigliola Badano, La centralità dello studente).

Quanto è importante per te, studente, essere attivo all’interno della tua scuola?

Potremmo iniziare a riflettere dalle parole di Gigliola Badano ne “La centralità dello studente” su cosa significhi davvero per noi l’apprendere di tutti i giorni. Ogni mattina ci alziamo, ci vestiamo eandiamo ad ascoltare per sei ore i nostri professori, tentando, chi più chi meno, di capire e discernere qualcosa dalle lezioni. La scuola ci invita a metterci in gioco, ma questo non sembra cosìsemplice, a volte ci spaventa. Ognuno di noi all’interno della scuola, senza neanche accorgersene, è circondato da opportunità per mettersi in gioco, basta solo guardare anche questo giornale: qui non scrivono autori importanti o professori, qui scrivo io e scrivi tu; un po’ tutti noi tentiamo di far sentire la nostra voce. Questo è solo un esempio delle innumerevoli opportunità, ma la voglia di mettersi in gioco molte volte viene a mancare perché si perde la concezione della parola “apprendere”: ad-prendere. Questa parola comporta come un “venire” per poter sapere, quindi implica un nostro movimento. Perché stare fermi, allora? Rappresentanti d’istituto, rappresentanti di classe, servizio d’ordine o anche proprio le persone che tengono corsi (per esempio durante la cogestione) sono tutte persone che hanno smesso di stare fermi e hanno cominciato a muoversi in quest'ambito che sembra, a volte, così noioso: la scuola. Per fare questo, però, a mia opinione non basta solo voler apprendere e mettersi in gioco, serve anche essere tanto generosi, perché quello che puoi fare di positivo in un istituto non lo fai solo per te, lo fai soprattutto per gli altri. Perché farlo? Perché alla nostra tenera età il modo migliore di applicare quello che sappiamo fare o amiamo è buttarsi in esperienze sempre nuove, non vivendo in modo passivo questi cinque anni. 

I risultati di vivere la scuola in modo attivo?

Nell’ambito scolastico, metterti in gioco molte volte ti porta a far parte di una “famiglia” di persone che vogliono esattamente quello che vuoi tu, trovi loro, ma trovi anche te stesso. Trovi te stesso perché impari meglio a conoscerti, a sforzarti di capire chi vuoi essere. Molte volte, per esempio, lepersone timide pensano di non poter aiutare o insegnare niente a nessuno perché, appunto, la timidezza la intendono come un limite, invece no, quello è il punto di partenza.

Smettiamo di far fare alle poche persone “coraggiose” quello che vorremmo fare noi, prendiamo una posizione e giochiamo le nostre carte, comunque vada “ad-prenderemo” qualcosa di nuovo…

I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.

(Diego Armando Maradona)

Scritto da Erica Minelli 3B

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