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L'angolo del Cartesio-Luxemburg

Noi del Cartesio vogliamo proporvi una nuova rubrica horror per parlare di leggende metropolitane, film, voci della città e, perché no, anche di musica.

 

Iniziamo parlando di come è nata la storia delle creepypasta. Ve lo siete mai chiesto? Ovviamente queste informazioni possono essere vere come possono essere false, ma il gusto del mistero rimarrà sempre indecifrabile.

 

Comincia tutto nel 1999. Questo non è un anno qualunque; si temeva il Millennium Bug, un errore informatico che probabilmente avrebbe segnato la fine dell’era informatica, resettando le date di tutti i dispositivi del mondo. Ciò non accadde, ma in compenso nacque un virus che devastò gran parte dei computer, in quanto aveva la capacità di infettarli tramite una mail sovrascritta con il titolo “ILOVEYOU”. L’utente, ovviamente ignaro, l’apriva e il virus infettava immediatamente tutti i programmi e inviava la stessa mail a tutti i contatti segnati sulla posta elettronica per fare lo stesso lavoro che si sarebbe ripetuto all’infinito. La parte più brutta di questo virus era la capacità di nascondere il proprio formato, in modo da non far scoprire mai cosa si nasconde dentro la mail inviata.

 

Fortunatamente, i nuovi antivirus sono riusciti a rendere i dispositivi immuni a questi pericoli.

 

Tempo dopo, fu inviata una mail (destinatario ignoto) da un ingegnere della Nintendo che avvisava dell’inserimento accidentale di una copia del virus ‘ILOVEYOU’ nei giochi ancora in commercio dei pokémon rosso e blu (in Giappone quest’ ultimo viene chiamato pokémon verde). Da questo errore, si scoprì che il virus conteneva un file audio apparentemente innocuo, conosciuto con il nome di “Laverder town” ossia la “sindrome di Lavandonia”, che fu inserito nelle battaglie finali (di questo parleremo nel prossimo numero). Fin qui tutto a posto se non per il fatto che uscì una versione un po’ distorta del gioco chiamata ‘pokémon rosso errore’: si parla di una vecchia scheda di gioco dei game boy advance e advance sp piena di bug ed errori che comprendono la perdita di controllo del personaggio protagonista il quale inizia a parlare al videogiocatore, mandando messaggi anomali e tramutando i testi e i design del gioco in qualcosa di macabro e ipnotico. La Nintendo, inizialmente, pensò fosse una specie di bug di testo prima di scoprire che si trattava di qualcosa di mostruoso: il virus, ormai nel gioco, prendeva il controllo, trasformando i paesaggi, i pokémon e alcune azioni, in esperienze raccapriccianti per colui che giocava.

 

Pokémon rosso errore non fu l’unico caso di errore all’interno dei giochi della Nintendo. Come tutti possiamo immaginare, essi utilizzano all’incirca la stessa programmazione, soprattutto quelli della stessa epoca (1990-2002). Tra questi si è sentito parlare di un certo Misfortune, un videogioco horror che però non riscontrava le esigenze del pubblico della sezione marketing: era indirizzato a bambini dagli 8 anni in su e se il gioco fosse stato pubblicato sarebbe sicuramente stato censurato.

 

Il fatto che Misfortune si sia salvato all’interno di molti giochi come appunto Pokémon e Zelda non è da ritenersi un caso. Questi files sono, infatti, ciò che è stato trasposto dal virus “ILOVEYOU” all’interno di alcune copie. Per errore, sono state infilate alcune scene, alcuni livelli di quello che doveva essere Misfortune, all’interno di altri videogiochi. Questo è successo soltanto per 2-3 copie. Quello che non si poteva sapere però, era che il virus stava diffondendo quelle scene e quei videogiochi in tutte le copie di tutte le console Nintendo. La cosa funziona in questo modo:

Il Nintendo ha un piccolo sistema operativo, quello che serve a far funzionare i videogiochi. All’interno di questo sistema operativo normalmente non può essere installato nessun programma, tranne questo virus. Il virus, infatti, è stato passato di Nintendo in Nintendo, di bambino in bambino, ed è riuscito a infettare man mano tutte le console Nintendo con cui veniva a contatto.

 

Sulle console Nintendo ebbe questi effetti, ma sui computer e i telefoni comparve la famosa immagine di “Jeff the killer” che nacque come una semplice foto scattata durante un’escursione in un bosco, ma che poi è stata modificata dal virus stesso per essere diffusa sui social. Stessa cosa avvenne su “smile.jpg” e “smile.dog” e su quasi tutte le creepypasta esistenti. 

Scritto da Martina Clemenzi 3ACartesio 

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