· 

Internet è sotto attacco

Internet gioca nella nostra vita un ruolo fondamentale. Garantisce l’accesso ad ogni informazione di cui abbiamo bisogno velocemente. Ci permette di condividere ciò che vogliamo con chiunque preferiamo. Ma cosa succederebbe se, da un momento all’altro, non avessimo più queste libertà?

Un’autostrada di contenuti

Per fare in modo che ognuno di noi possa guardare un video su Youtube, leggere le notizie o controllare il meteo c’è bisogno di un ISP, ovvero un fornitore di servizi internet, che ci connetta a quel contenuto. In un mondo ideale ogni ricerca sarebbe accessibile alla stessa velocità e con grande possibilità di scelta da parte dell’utente, ma la situazione attuale è molto più complessa.

Per semplificare, immaginiamo che internet sia un’autostrada dove tutte le macchine sono trattate allo stesso modo, non importa quanto siano potenti o chi le produca. Ogni volta che cerchiamo qualcosa un’automobile piena di contenuti si dirige fino al nostro telefono o computer. Chi gestisce l’autostrada non può vietare l’accesso alle auto meno costose né costruire corsie preferenziali e i guidatori sono liberi di scegliere la vettura che preferiscono senza conseguenze sul loro viaggio. La Net Neutrality è il principio secondo cui i fornitori di servizi internet debbano trattare egualmente ogni traffico che avviene sul web.

Questo comporta che le compagnie che producono contenuti paghino lo stesso prezzo per diffondere prodotti di qualsiasi peso, partendo da una semplice mail fino ad intere serie tv. Nell’internet aperto e libero, l’originalità e la qualità vincono sul denaro, dando pari possibilità a tutti.

Un terremoto alle fondamenta del web

Il 14 dicembre 2017, la Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti d’America, sotto la direzione del presidente Trump, ha abolito la Net Neutrality. Questa norma, definita nel 2015, serviva a consolidare l’esistenza di internet come bene primario al pari di acqua, luce e gas; una classificazione importantissima dal punto di vista etico e legale.

Potrebbe sembrare totalmente insensato distruggere alle radici l’internet libero, ma scavando più a fondo, le motivazioni sono inquietantemente chiare: infatti, i fornitori di servizi internet senza la Neutralità della Rete avrebbero guadagni decisamente maggiori. Sarebbero in grado di bloccare qualsiasi contenuto, di decidere cosa l’utente deve guardare e in che qualità deve farlo. In un paese senza Net Neutrality è impossibile per una piccola azienda lanciare un proprio prodotto: per far sì che questo sia fruibile da tutti, dovrebbe sostenere costi salatissimi. Questa situazione diminuisce quella sana competizione che è alla base del progresso, rende ovvio l’affermarsi delle società più ricche e riduce di fatto la libertà di espressione che una rete aperta garantisce inequivocabilmente.

Le conseguenze scuotono gli utenti della rete di tutto il mondo. La pericolosa situazione fa in modo che un’azienda che fornisce servizi internet possa rendere disponibile un prodotto specifico solo a pagamento o bloccare i siti della società concorrente.  

La battaglia è cominciata…

I procuratori di oltre 20 Stati americani hanno firmato una petizione nella quale definiscono “arbitraria, capricciosa e abusiva” la scelta di abolire la Net Neutrality.  Come se non bastasse, si potrebbe addirittura considerare contro le leggi federali e gli attuali regolamenti in merito alla parità nell’utilizzo delle infrastrutture a scopo privato.

I colossi del web Twitter, Reddit e Netflix si sono schierati contro la decisione della FCC dichiarando che continueranno a difendere l’internet aperto. Infatti, è stata proprio la neutralità a permettere la nascita di Google e Amazon che hanno creato la propria fortuna partendo da zero.

Milioni di americani si sono riversati in strada aderendo alla protesta iniziata dal sito “Battle for the Net” e innumerevoli piccoli proprietari di aziende informatiche hanno scritto dettagliate lettere rivolte alla commissione.

In Italia, la presidente della Camera Laura Boldrini si è schierata contro l’abolizione della Net Neutrality definendola un atto grave, sostenendo come non sia democratica e ribadendo come nel nostro paese sia in vigore dal 2015 la “Dichiarazione dei Diritti di Internet” in cui la rete è considerata un bene comune da preservare.

… e non finirà presto

Continuando di questo passo, l’autostrada della rete sarà sempre meno trafficata, solo poche auto di grande lusso potranno percorrerla e nessuno avrà più quel potere di scelta che rendeva l’autostrada colma di veicoli stravaganti. Non ci sarà più motivo per i gestori di far andare tutti alla stessa velocità, né per evitare di costruire corsie preferenziali per i più ricchi. L’autostrada di Internet è sotto attacco, ma possiamo ancora vincere.

Scritto da Cristian Tentella 4A

Scrivi commento

Commenti: 0