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Inferno o Paradiso in terra?

NIENTE PIÙ LAVORO PER GLI UMANI

Come funziona il progresso

In Italia, soltanto duecento anni fa, per produrre abbastanza cibo per tutti era necessario che il 90% della popolazione coltivasse la terra e allevasse gli animali. E questo ogni giorno della propria esistenza, con duro lavoro e molta fatica. Oggi gli impiegati in questo settore sono meno del 5%, è impressionante pensare che così poche persone riescano a sfamare tutti noi! Il merito è delle macchine e delle innovazioni tecnologiche: un bracciante da solo può fare ben poco, ma dategli una macchina agricola e con poca fatica riuscirà a produrre dieci volte più cibo. Ben fatto, è una rivoluzione! Se prima ci volevano dieci contadini, adesso ne basta uno. E ora gli altri nove cosa fanno?

Questi nove contadini possono diventare operai e costruire le macchine agricole, ovviamente i contadini ne avranno bisogno. Ma ecco il progresso cosa fa: inventa i robot. I robot possono costruire i trattori con molta meno fatica, e a un costo molto più basso. Una volta comprati, non ricevono stipendi, non hanno bisogno di riposo, non si sbagliano quasi mai e sono molto più veloci. E quindi se prima avevamo 9 operai, adesso un solo operaio che controlla gli automi può costruire lo stesso numero di trattori. Ecco qui una nuova rivoluzione! E cosa fanno ora i rimanenti otto operai se sono stati rimpiazzati da robot?

Al giorno d'oggi

E così via, fino ad oggi. Mentre fino a duecento anni fa quasi tutti dovevano fare i contadini, ora le macchine lavorano al posto nostro, e possiamo fare altre cose: medici, scienziati, ingegneri, insegnanti. È il progresso. E nel corso degli anni le condizioni di vita migliorano sempre di più: abbiamo maggiore ricchezza e servizi migliori. Gli automi hanno rimpiazzato l’uomo in tutti i lavori più semplici.

Ma poi sono arrivate le intelligenze artificiali, e ora è tutto diverso. I cervelli informatici non si limitano a compiere i lavori più semplici e ripetitivi. Prendiamo il settore dei trasporti: la rivoluzione non sta per arrivare, ma è già qui! Software intelligenti in grado di guidare automobili e camion con prestazioni di gran lunga migliori degli attuali autisti in carne ed ossa: i computer non si stancano, non bevono, rispettano sempre le indicazioni e soprattutto non hanno bisogno di uno stipendio. Aziende come Google e Tesla ne hanno di ottimi, e negli Stati Uniti le automobili in circolazione a guida autonoma sono già migliaia. Considerando che il settore dei trasporti dà lavoro a centinaia di migliaia di persone (se non milioni), nel giro di pochi anni autisti, camionisti, tassisti, e gran parte delle persone impiegate nel settore dei trasporti via mare e via aria, non avrà più un lavoro. 

Ecco il problema

Secondo la logica con cui ha funzionato il progresso fino ad oggi, se avevamo dieci automobilisti, ora uno solo basta per fare il lavoro degli altri nove, i quali troveranno un altro lavoro da fare. Ma questa volta non è più così. Primo, non serve neanche un automobilista: le intelligenze artificiali sono in grado di gestirsi da sole, dall’inizio alla fine.

Secondo - e qui sta il grosso problema - le intelligenze artificiali sono in grado di sostituire quasi ogni lavoro umano, anche i più impensabili.

 

Watson, intelligenza artificiale della IBM, è in grado di diagnosticare con molta precisione le patologie dei suoi pazienti, incrociando i dati di milioni di cartelle cliniche in tutto il mondo in pochi istanti. Inoltre è ottimo a prescrivere la cura, dato che sa prevederne gli effetti comparando i dati nel suo database e può calcolare come una qualsiasi medicina può reagire con qualsiasi altra medicina già assunta in precedenza. Ovviamente tutti compiti al di fuori della portata di una mente umana. Ma ci sono intelligenze artificiali che lavorano da manager, che scrivono articoli per i giornali, che scrivono musica, che dipingono, addirittura che programmano altre intelligenze artificiali. Probabilmente abbiamo già letto molti articoli scritti da computer e ascoltato di frequente musica composta da cervelli artificiali, ma neanche ce ne siamo accorti!

Soldi gratis per tutti

Le nuove tecnologie hanno sempre meno bisogno dell’uomo. Negli anni ’80 General Motors (grande compagnia automobilistica) aveva un fatturato di 11 miliardi di dollari e 800.000 dipendenti; oggi Google ha un guadagno ancora maggiore, ma solamente 58.000 dipendenti. Blockbuster nel 2004 (leader ai tempi del settore cinematografico) aveva 6 miliardi di dollari di fatturato e 84.000 lavoratori; oggi Netflix ha introiti del 50% maggiori ma solamente 4500 dipendenti. Ci troviamo ad un punto mai raggiunto prima. Le intelligenze artificiali saranno sempre più un grande strumento, sta a noi saperle gestire per far sì che vadano a favore dell’uomo, e non contro. C’è un serio rischio che una manciata di proprietari di cervelli meccanici si arricchiscano in modo incontrollato non dovendo più stipendiare alcun lavoratore, a scapito di miliardi di persone che non avranno più possibilità di lavorare e avere uno stipendio.

Una risposta potrebbe essere l’UBI (Universal Basic Income), chiamato anche reddito di cittadinanza. Il proprietario degli automi super intelligenti, invece di pagare lo stipendio ai propri lavoratori in carne ed ossa, versa delle tasse allo stato; con quei soldi si darebbe a tutti i cittadini uno stipendio. Così la maggior parte delle persone non avrebbe più bisogno di lavorare e tutti i disoccupati rimpiazzati dalle macchine troverebbero un reddito alternativo. Forse un giorno potremo non lavorare più. Cosa faremo per tutta la vita? Quali saranno i nostri obiettivi, come occuperemo le nostre giornate? Andiamo verso l’inferno o il paradiso in terra?

Scritto da Francesco D'Amico 4A

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