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Il dolore del ricordo

“Sono stato espulso da scuola perché colpevole di essere nato ebreo”

Questa è una frase pronunciata da Sami Modiano, un ex prigioniero dei nazisti, durante il discorso tenuto a noi ragazzi. Non è possibile comprendere a pieno ciò che hanno provato i sopravvissuti durante la Shoah. A questo proposito abbiamo avuto una grande opportunità: rivivere con loro quei momenti di profondo dolore. I ricordi, le testimonianze, le emozioni sono incisi nella nostra pelle. Non sono semplici indumenti che possiamo mettere nell’armadio, ma parti integranti di noi. Nessuno ce ne può privare.

 

L’esperienza non avrebbe avuto lo stesso valore per noi senza la presenza dei sopravvissuti. Loro erano, sono e saranno il motore delle nostre azioni. Ci hanno coinvolto, appassionato e commosso con le loro storie. I loro gesti, i volti, i movimenti delle mani, la loro voce; da tutto questo era possibile capire l’intensità dell’esperienza da loro vissuta. Ci hanno aperto il loro cuore, anche solo per un attimo. Hanno dato la possibilità a noi, completamente estranei, di entrare nelle loro vite.

 

Loro ce l’hanno fatta: hanno sconfitto la morte, la sofferenza, la paura; hanno lottato con tutte le loro poche forze per poter rimanere in vita. Il dolore e il male possono essere sconfitti! C’è sempre la speranza di superare le avversità. Ognuno di noi ha capito che le sofferenze e i torti provati nella nostra vita, non sono nulla a confronto di quelle vissute dai deportati. Noi viviamo accanto a persone che ci amano, abbiamo l’opportunità di studiare, di stare insieme alla nostra famiglia, di divertirci insieme ai nostri amici. Tutto questo loro non l’hanno vissuto. Proprio in quei luoghi di morte, abbiamo capito quanto sia inopportuno prendersela per piccole cose, piangere per fatti di poco conto.

 

Ora noi dobbiamo continuare a vivere in serenità e in pace. Dobbiamo contrastare ogni forma di razzismo.

Affinché ciò che è accaduto in passato non accada più, dobbiamo continuare a ricordare tutte quelle persone che sono morte per il semplice motivo di essere diverse. 


Scritto da Patrizia Mezzalana 4C e Riccardo Milani 4B

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