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Pablo Picasso: tra Cubismo e Classicismo

Dal 22 settembre le Scuderie del Quirinale ospitano la mostra “Pablo Picasso. Tra Cubismo e Classicismo: 1915 - 1925”. Questo evento, inaugurato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, commemora l’artista originario di Malaga ricordando il suo soggiorno italiano, avvenuto cent’anni fa, diviso tra Napoli e Roma, che segnò fortemente la sua arte e la sua vita in generale; i pochi mesi di soggiorno, infatti, avranno un’influenza duratura su Picasso, stimolando in lui ancor di più quell’incessante voglia di sperimentare che ha sempre caratterizzato il suo percorso artistico; e significativo sarà anche l’incontro con Ol’ga Chochlova, prima ballerina che diventerà poi sua moglie.

 

L’artista si lasciò convincere dall’amico Jean Cocteau a collaborare con Sergej Diaghilev ai Balletti Russi. Questa “avventura” aveva un fine ambizioso: portare l’avanguardia e il tema circense tra le luci della ribalta e i lustrini luccicanti del mondo della danza. Dunque, lasciandosi alle spalle le tragedie della Grande Guerra, dal suo temporaneo atelier in via Margutta e dopo il suo viaggio a Napoli, entra in contatto con una serie di realtà che si rivelano rigenerative per il suo estro artistico e dalle quali prende spunto per alcune sue idee cubiste, in particolare nell’impostazione dello spazio tramite le nozioni di costruzione e assemblaggio.

 

La mostra accoglie più di cento capolavori di ogni genere, dai dipinti alle fotografie, da semplici disegni e bozzetti a lettere autografe, dai gouaches ai molti documenti inediti che portano alla luce il multiforme linguaggio dell’artista, che dell’Italia porterà sempre con sé la “magnifica convivenza” tra arte alta e popolare, e che dimostrano un parziale ritorno al figurativismo, senza abbandonare mai i cosiddetti “elementi di disturbo” - si parla, infatti, di “classicismo reinventato” -.

 

A sostenere l’esposizione alle Scuderie del Quirinale sono ben 38 prestatori che hanno fornito opere uniche provenienti da Europa, Stati Uniti e Giappone: Arlecchino, Pulcinella, Pierrot, Pan, nature morte, nudi monumentali, bagnanti, ballerini e, ovviamente, molti ritratti dell’amata Ol’ga che danno prova delle “contaminazioni” provenienti dall’Art déco, dalla Commedia dell’Arte, dalla mitologia classica, com’anche dal post-impressionismo e, soprattutto, dalla danza, fino a giungere a una sorta di surrealismo al termine del suo percorso.

 

Un lavoro organizzato meticolosamente dal curatore Olivier Berggruen (storico dell’arte e curatore di molte mostre, presidente della Thomas J. Watson Library del Metropolitan Museum of Arts) coadiuvato da Anunciata von Liechtenstein.

Ma la mostra non finisce qui

 

A Palazzo Barberini, a pochi passi dalle Scuderie del Quirinale, nella Sala Pietro da Cortona, viene esposto per la prima volta a Roma il sipario dipinto per Parade, una tela di 17 metri di lunghezza per 11 di altezza avente come sfondo il Golfo di Napoli e le rovine di Pompei, in prestito dal Centre Pompidou di Parigi. Come afferma lo stesso Berggruen: “Ho pensato che sarebbe stato bello il contrasto tra il sipario ampio, molto teatrale di Picasso e lo stretto soffitto del XVII secolo del pittore romano Pietro da Cortona”.

 

L’esposizione terminerà il 21 gennaio... non resta che affrettarsi ad andarla a visitare.

Scritto da Riccardo D'Angelantonio V C

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