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Siamo Spiati: Il Grande Fratello che mai vi aspettereste

Scritto da Valentina Sarandrea 5A

Smartphone, televisori, tablet, siamo costantemente collegati ad apparecchi digitali. Si stima che, entro la fine del 2017, le persone che faranno parte dell’enorme rete che collega tutto il mondo saranno 5 miliardi. Ogni 60 secondi sul Web passano 168 milioni di e-mail, 370 mila telefonate via Skype, 98 mila tweet, 694.445 ricerche su Google, 1.500 nuovi post dei blog, 600 nuovi video caricati su YouTube. Una vera e propria pioggia di dati che racconta tutto di noi.  La nostra vita è totalmente immersa nella tecnologia. In pochi centimetri di circuiti e processori sono racchiusi milioni di dati che forniscono preziose informazioni a cui molti vorrebbero accedere. Ma a chi interessa conoscere più caratteristiche possibili su di noi? I soggetti più curiosi sono 3:

  • gli hacker: per rubare soldi, password e indirizzi e-mail;
  • le multinazionali: per capire i nostri gusti e migliorare il loro marketing;
  • i governi, le istituzioni e i servizi segreti.

Nessuno di noi è escluso dall’occhio onnisciente delle intercettazioni e dello spionaggio. Sentirsi sempre osservati non è più una sensazione, ma la pura realtà. Sorgono due domande spontanee:

  • Esiste un confine tra intercettazione lecita ed illecita?
  • Fino a che punto i governi hanno il diritto di spiare i propri cittadini in nome della sicurezza nazionale?

I mezzi per spiarci sono ormai moltissimi e consentono di sapere cosa facciamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Benché il Raad van State, l’organo che affianca il governo in questioni giuridiche, fosse contrario, a luglio è stata approvata la nuova legge “aftapwet”. Secondo le ricerche di David Korteweg, un esperto nel diritto della privacy, questa legge darà la possibilità ai servizi segreti di effettuare un controllo molto più consistente della rete e del traffico di dati. Le nuove tecnologie sono diventate quindi un’arma a doppio taglio. La maggior parte delle informazioni le forniamo noi stessi senza neanche accorgercene. Ma passiamo ai fatti, in che modo vengono estratti i nostri dati?

  • SERVIZI PUBBLICI: (Anagrafe, ospedali ecc.) le informazioni non sono pubblicamente accessibili, ma possono essere utilizzate da istituzioni e governi;
  • SERVIZI PRIVATI: (Carte di credito, linea telefonica, assicurazioni e viaggi) studiando i comportamenti degli utenti, si possono evincere le tendenze in molti campi;
  • OCCHI TECNOLOGICI: (Videocamere, droni, satelliti) possono osservare e riconoscere persone e localizzarle. Molte videocamere poste in luoghi pubblici sono inoltre fornite di microfono;
  • CARTE FEDELTA’: aiutano a capire le nostre preferenze;
  • TELEVISORI: le nuovissime smart tv connesse ad internet, oltre a darti la possibilità di vedere la maggior parte delle cose che desideri, registrano le tue preferenze;
  • SMARTPHONE, TABLET E COMPUTER: i più utilizzati.

I modi per estrarre informazioni da questi dispositivi sono tantissimi, a partire da webcam, microfoni e GPS. Ci sono molte altre comodità che utilizziamo spesso, e che risultano utili sia a noi che agli “spioni”. Sapete cosa sono i “cookie”? Quelle noiosissime finestrelle che si aprono a cui noi rispondiamo con un semplice ‘ok’ senza capire cosa sta succedendo. Facciamo un esempio pratico. Se hai cercato un volo per Londra, tra i prossimi siti che visiterai troverai sicuramente delle pubblicità di hotel a Londra. Come mai? Grazie a questi “biscottini” che regaliamo inconsapevolmente, piccoli file che registrano le nostre azioni sul Web. Azioni che servono a capire ciò che più ci piace e ciò che più ci serve. È una sorta di baratto che facciamo: regaliamo nostre informazioni per avere comodità.

 Non rivelare nessuna informazione su di noi è ormai impossibile, ma come possiamo difenderci dai più aggressivi sul marketing?

Ecco dei semplici consigli:

  • Vai alla pagina “privacy” dei tuoi principali account (Google, Facebook ecc.) e togli le autorizzazioni più invasive;
  • Installa su Chrome l’estensione “Scriptblock”: fa eseguire programmi solo con la tua autorizzazione;
  • Installa Adblock: impedisce a molte pubblicità di caricarsi quando apri un sito.

Concludo con una riflessione del sociologo Zygmunt Bauman, il quale ha descritto la situazione che si sta creando con queste parole: “L’anonimato è morto, ma l’abbiamo ucciso noi: lo riteniamo un prezzo ragionevole da pagare in cambio delle meraviglie che ci offrono (app, motori di ricerca, siti di notizie). Siamo tutti controllati, ma anche controllori: coi social network vediamo cosa fanno gli altri.”

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