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La guerra mascherata delle Filippine

Scritto da Leonardo Buitrago 5A e Luca Caponecchia 5A

Il 30 giugno 2016 è iniziato il mandato del Presidente delle Filippine Rodrigo Roa Duterte. Eletto nonostante le accuse di brogli elettorali, inizia fin da subito ad applicare ciò che aveva promesso prima del voto.

In questo non ci sarebbe nulla di male se non fosse per i suoi contenuti: Duterte ha usato come punto di forza del suo programma politico la eliminazione fisica di tutti i drogati e degli spacciatori presenti nel paese.

Ormai sono passati più di 6 mesi dalla sua elezione e nel brevissimo corso del tempo sono state uccise circa 7000 persone, accusate di essere responsabili di commercio illecito di droga o tossicodipendenti. Il Presidente è arrivato a offrire ricompense in denaro a chi aiuta la polizia filippina a catturare i sospetti criminali vivi o morti, affermando di dare una medaglia a chiunque uccida uno spacciatore.

Una tale politica repressiva e assassina ha portato alla morte anche di diversi bambini, cosa che è stata definita dal presidente in carica un “danno collaterale”. Per risolvere il problema i “suoi” parlamentari hanno intenzione di approvare una legge che abbassi l’età secondo cui si è perseguibili legalmente dai 9 ai 15 anni, giustificando così le uccisioni dei bambini, oltre a creare un’occasione per imprigionarli insieme ad altri criminali nelle carceri. 

A causa di questa politica numerose sono le proteste e le manifestazioni, ma Duterte riesce a screditare comunque i suoi oppositori facendoli arrestare per sospetti affari con i narcotrafficanti. Si tratta solo di una parte della enorme macchina politica repressiva messa in moto, tant’è che il presidente uscente delle Filippine ha paragonato la scalata di Duterte a quella di Hitler. Lo stesso presidente ha affermato: «Hitler ha sterminato milioni di ebrei. Nelle Filippine ci sono adesso tre milioni di tossicodipendenti. Sarei felice di sterminarli». La stampa occidentale invece preferisce definirlo in un altro modo, “The Punisher”.


Leonardo Buitrago 5A e Luca Caponecchia 5A

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