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Gli oscar da mille e una notte

Scritto da Admir Ceman 5E

Tra vittorie inaspettate, emozioni mozzafiato e un finale degno dei migliori colpi di scena hollywoodiani, quest'anno l'Academy non rischia certo di annoiarci. 

Lo schiaffo alla politica e a Trump

«Vorrei ringraziare il presidente Trump: l'anno scorso si diceva che gli Oscar fossero troppo bianchi; guardate ora!» Dal regista Barry Jenkins e gli attori Mahershala Ali e Naomie Harris (“Moonlight”), a Octavia Spencer (“Il diritto di contare”) fino a Denzel Washington e Viola Davis (“Barriere”), la comunità afroamericana ha trovato una degna rappresentanza. Si unisce al coro con il suo “Salesman”, Asghar Farhadi, che vince l'Oscar per il miglior film straniero, ma non è lì a ritirare il suo premio  in segno di solidarietà verso tutti gli abitanti di quei paesi che in seguito alla legge del neo-presidente americano non possono entrare negli Stati Uniti. 

Casey Affleck

Tra gli artisti del calibro di Denzel Washington, Ryan Goslin, Viggo Mortensen e Andrew Garfield, è un timido e commosso Casey Affleck ad aggiudicarsi l'Oscar per la sua magistrale interpretazione in “Manchester by the sea”. Grazie anche al meraviglioso copione di Kenneth Lonergan (miglior sceneggiatura originale), il minore dei fratelli Affleck, già candidato all'Oscar nel 2008 come miglior attore non protagonista, esce dall'ombra del più noto fratello Ben per prendersi ciò che gli spetta. 

Indifferenza verso “Arrival” 

Nonostante 2 candidature ai Golden Globe e 8 agli Oscar, “Arrival” torna a casa con un solo premio per il miglior montaggio sonoro. Considerando l'importanza dei temi trattati e la sua preponderanza risulta davvero poco; è anche vero che la concorrenza non era da poco, ma premi quali quello per il miglior montaggio (assegnato a “La battaglia di Hacksaw Ridge”) e per la miglior sceneggiatura originali (vinto da “Moonlight”) sarebbero potuti andare al film di Villenueve. 

Il caso “La La Land”

Candidato a 14 premi Oscar, “La La Land” non deve per forza piacere; ma è innegabile che abbia tutte le carte in regola per diventare un classico del cinema contemporaneo, una favola moderna senza happy ending. Il film di Damien Chazelle comincia a riempirsi le tasche con la statuetta per la migliore scenografia, seguita, da quella per la migliore colonna sonora e per il miglior brano originale. Damien Chazelle, con appena 32 anni, è la più giovane nella storia del cinema a vincere l'Oscar per la miglior regia.

Premiata da Leonardo Di Caprio, è la bellissima Emma Stone a vincere l'Oscar come migliore attrice protagonista, nonostante la straordinaria qualità della concorrenza. 

È arrivato poi il grande momento: Warren Beatty apre l'attesa busta e dopo un momento di esaltazione, legge il nome del film vincitore degli Oscar 2017: è il pluripremiato “La La Land” a portarsi a casa il premio come miglior film, tra euforia, lacrime e abbracci. Anche se....

Iniziano i ringraziamenti, quando qualcuno annuncia: «Moonlight, questo premio è vostro!» Non si capisce bene se è una battuta e il pubblico è confuso. «Non è uno scherzo!». Il produttore di “La La Land”, Jordan Horowitz, che ha da poco concluso il discorso di ringraziamento, chiama sul palco Barry Jenkins e mostra la busta che recita "Moonlight, Best Picture". Le buste erano sbagliate.

Come il finale del film “Chazelle”, anche quello di questi Oscar ci spezza il cuore e come in “La La Land”, l'happy ending è solo un’illusione. 

Quello che tutti noi dovremmo imparare è che il cinema non è uno sport, bisognerebbe smetterla di “fare il tifo” come se si trattasse di una finale di Champions League e semplicemente godere di film come “La La Land”, “Manchester by the Sea” e “Moonlight”, che fanno solo bene al grande schermo.


Admir Ceman 5E

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