L'arte degli esclusi

Scritto da Luca Caponecchia

Le ferrovie, le caserme, le gallerie stradali, i sottopassi e i palazzoni grigi e spenti sono la nostra quotidianità; compongono il panorama della nostra periferia che rappresenta noi e il nostro modo di pensare e vivere.

La condizione della periferia si riflette su coloro che la vivono spesso in modo negativo, a causa dello stato d'abbandono in cui viene lasciata dalle istituzioni. Questo crea discriminazioni che emarginano sempre di più coloro che vivono in questi luoghi, soprattutto i giovani che non sempre riescono a superarle. Loro, infatti, tendono a identificarsi con l'idea di periferia e di degrado che viene loro attribuita. La periferia diventa quindi la rappresentazione dei ragazzi i quali, in prima persona, devono cercare di modellare il luogo in cui vivono rispetto alla loro volontà e al loro essere, senza permettere al loro territorio di modellarli.

 

La periferia diventa così la loro tela, il loro modo di esprimersi e di mostrare il cambiamento che vogliono apportare a tutta la società. Sono anni ormai che, lungo le vie dei nostri quartieri, vediamo il segno del cambiamento grazie all'arte: i palazzi asettici diventano vere e proprie opere d'arte attraverso l'estro e l'azione degli street artist.

 

 

Il nostro quartiere non è rimasto escluso da questa voglia di riqualificarsi tramite l'arte. Ogni giorno si vedono aumentare i disegni e i murales sulle facciate dei palazzi. L'esempio più immediato è a pochi passi dalla nostra scuola; le nostre strade sono state invase dalle opere dei più grandi street artisti della nostra città come Omino71, Luis Gomez de Teran, Flavio Solo, Franco Durelli, MauPal e Carlo Lommi, i quali hanno contribuito con il progetto “muracci nostri” a celebrare l'umanità della borgata e la sua voglia di comunità. I luoghi di questo progetto, da via Federico Borromeo a via Ascalesi, ma anche l'ex Manicomio del Santa Maria della Pietà, fino a pochi giorni fa mai toccato da interventi di street art, sono i luoghi della nostra quotidianità e, tramite questa opera di riqualificazione, mostrano il vero volto della periferia e la voglia dei ragazzi di operare cambiamenti.

 


Luca Caponecchia 5A

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