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Dario Fo, l'eterno giullare

Scritto da Francesca Ziccolella

Lo scorso 13 ottobre, ci lasciava uno degli artisti più capaci del nostro Paese e del nostro tempo. Dario Fo, nato nel 1926 nei pressi di Milano, fu non solo attore e regista, ma anche autore, pittore e scrittore. La sua tenacia e la sua caparbietà lo hanno reso un uomo degno di ricevere il Nobel per la Letteratura nel 1977. Infatti le sue opere teatrali, ispirate dalla Commedia dell’arte italiana, sono rappresentate in tutto il mondo.

 

 

La sua premiazione al Nobel generò anche diverse critiche, in molti in Italia e all’estero si sono chiesti per quale motivo egli vinse il premio. L’Accademia svedese stessa disse che l’artista “seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggiava il potere restituendo la dignità agli oppressi”. Il teatro di Fo non seguiva le convenzioni e regole tradizionali, perché il suo unico scopo era quello di trasmettere a tutte le persone ciò che intendeva dire, con un rapporto sempre diretto con il pubblico. Infatti egli riprende la commedia dei giullari, i quali recitavano scene di vita quotidiana ed elimina nelle sue opere ogni sorta di approfondimento psicologico lasciando spazio alla satira.

 

Insieme a sua moglie, Franca Rame, Dario sostenne le sue idee politiche con fervore, tanto da essere censurato dalla televisione. Schierato nell’estrema Sinistra, le sue opere di satira scaturirono molto clamore, infatti, ancora oggi non tutte vengono inscenate nel mondo.

 

Uno degli strumenti che prediligeva nelle sue opere, a supporto dei suoi ideali, era sicuramente l’ironia. Sostenendo che “senza l’ironia c’è solo il melodramma, un pericolo per la società”, arrivò ad ironizzare anche sull’opulenza del Clero, al quale rimproverava scarsa coerenza con la dottrina predicata.

 

Sarebbe interessante trovare negli artisti della nuova generazione qualcuno che lo ricordi per la sua ironia sottile. Questo perché, a differenza di molte persone, ha sempre avuto il coraggio delle proprie idee che manifestava nelle sue diverse forme d’arte. Oggi non sono molte le persone che hanno la fermezza di ribadire le proprie decisioni rischiando di andare contro le istituzioni. Chissà in certi casi cosa sia meglio fare, esprimere le proprie opinioni se pur contrastanti rispetto agli altri giudizi, o stare in silenzio e accontentarsi di ciò che viene deciso? 


Francesca Ziccolella 4C

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